Gioco Di Ruolo. secondo Jonny

Il gioco di ruolo è qualcosa che ti permette di evadere dalla realtà che ti circonda per quelle ore in cui stai in compagnia con i tuoi amici. Spesso si vaneggia sul più o sul meno, e chi ignorante della materia resta ad osservare da fuori si potrebbe fare diverse domande o affermazioni del tipo “ma questi sono fuori” oppure “ridicolo”.

All’inizio guardavo un mio compagno di classe, in prima superiore, giocherellare con dei dadi.. erano i dadi da 20, 10, 8, 6, 4. Mi parlava di questo fantomatico gioco in cui interpreti una persona che non sei tu, con poteri via via più forti man mano che salivi di livello. Tutte parole che mi facevano strabuzzare gli occhi e pensare “questo sta fuori di testa! Non vado certo a perdermi dietro a una cavolata simile”
Mi ricordo ancora: “prova!” mi disse. Io per accontentarlo gli dissi di si. Il mio primo giocatore fu un umano guerriero, fatto sotto le direttive del mio primo master, durante la pausa merenda, su un banale foglio quablock strappato, il tutto a matita. Mi fece una avventura improvvisata, o forse una avventura che il suo master gli aveva fatto, non ha importanza, mi aveva già ammaliato.

Il giorno dopo fui io a chiedergli “quando ci troviamo a giocare?” e quello fu l’inizio di una lunga passione.

Interpretare un personaggio è molto di più d’uscire dalla realtà che ti circonda, se ci pensi sono ore e ore della tua vita che passi a parlare di cose inutili, inutili nel senso che non ti danno un reddito, un profitto, ma ti arricchiscono dentro. Arricchiscono dentro?! No, non lo credo molto, ti può arricchire di materia inerente al gioco, migliorarti nell’interpretazione e magari a livello tecnico e strategico, ma altro di per se non fa. Ci sono altri mille modi di passare il tempo, eppure il gdr è quello che più mi entusiasma, ci sarà un motivo no?! Ci sarà qualcosa che spinge tutti i giocatori del mondo a passare del tempo seduto ad un tavolo a tirare dadi secondo un filo conduttore ed ascoltare una sola persona del gruppo che spiega cosa gli alti vedono, sentono, odono, toccano.

Probabilmente è solo il fatto di ritrovarsi tra amici, parlare e vaneggiare del più e del meno, sfogarsi del lavoro pesante e stressante della giornata, pensare che quel nano malefico pelato e analfabeta, che si ruola, ha più possibilità di sposare una bella principessa di quante invece se ne si ha nella vita reale. E che dire dei chili di patatine, pop corn, torte della nonna, coca cola, e chi ne ha più ne metta, che si divora mentre si chiacchiera? Chi lo avrebbe mai detto che parlare ti metteva tutta quella fame?!

Giocare di ruolo è bello, inutile trovare altri paragoni, altri termini, altre semplificazioni. Chi non ci ha mai investito del tempo e si limita a guardare da fuori e commentare non può comprendere quanto possa emozionarti. Ecco, forse è proprio l’emozione di una situazione ben descritta, la souspanse che ti stringe il cuore prima di aprire una porta scricchiolante. Certo, tutto è più appassionante, quanto più il DM è in gamba nelle descrizioni, ma sta anche al giocatore sapere quando ridere e quando ascoltare il “capogruppo”.

Avrei altre argomentazioni, come la differenza e l’approccio esistente tra il ruolo del giocatore e il ruolo del DM, e come uno vive il gdr in un modo e come l'altroin modo differente, ma per oggi ho esaurito il mio tempo libero.

Alla prossima,

buon gioco ^_^

Vi ricordate l'inizio del film ET?

I bambini stanno giocando attorno ad un tavolo... stanno giocando ad un gioco di ruolo...

Da allora i tempi sono cambiati moltissimo, quello che in Italia era un gioco di nicchia riservato soprattutto a studenti universitari misogini (e spesso ben motivati dato che la giocatrice media interpretava la mezzelfa strafiga con il completino succinto di maglia e lo spadone a due mani, tirando i dadi a comando del ragazzo che la aveva trascinata in quell'avventura), si è ampliato molto. Anche il materiale disponibile all'utenza grazie alla comunità di internet ora è molto maggiore, e soprattutto a costo quasi nullo, mentre ai miei tempi bisognava mettersi d'accordo con i negozianti non ancora professionisti per far arrivare quel manuale appena uscito in USA strapagandolo... Io ho imparato l'inglese grazie ai giochi di ruolo... anche perchè le traduzioni o non c'erano o sarebbe stato meglio non ci fossero state (il Mostro Affascinante turba ancora i miei sogni ogni tanto...). Però c'è da dire che forse avevamo meno manuali, ma erano tutti letti e utili, mentre adesso ci sono intere biblioteche digitali che esistono solo per far numero e alla fine non sono assolutamente utilizzate...

Non voglio stare qui a declamare la mia esperienza nel settore, da un punto di vista sia hobbistico che professionale, ma posso dire di aver incominciato con le fotocopie della prima edizione di AD&D, in inglese, quando ancora non era stata tradotta la mitica scatola rossa. Da allora sono stata giocatrice e master di diversi giochi, mi è sempre piaciuto cambiare veste...

Sono d'accordo con Jonny... giocare di ruolo ti permette di evadere dalla quotidiana banalità della vita reale, per entrare in un mondo alternativo retto da regole spesso molto diverse... Il personaggio è un abito che viene indossato, una maschera, e il sistema e l'ambientazione sono il palcoscenico sul quale i giocatori danno vita alla loro rappresentazione. Un hobby decisamente divertente, stimolante e rilassante... ovviamente è un gioco....

Ci sono stati casi in cui il gioco di ruolo è stato dato come causa scatenante di morti tra giovani, cose dettate ovviamente dall'ignoranza e dal trascurare il disagio reale che stava alla base di quanto accaduto al suicida di turno, che qualora avesse avuto certi hobby ovviamente questi venivano demonizzati.
Mi ricordo la reazione che ebbero giochi come Kult, Nephilim, Angeli e demoni, Killer quando uscirono, e che toccando anche argomentazioni di tipo religioso erano ovviamente stati attaccati dalla comunità che, ammettiamolo, è tendenzialmente perbenista e bigotta...

Bisogna anche dire però che tra i giocatori ho visto veramente di tutto, tra cui anche persone che indossavano il costume e la maschera, senza però più togliersela, considerando la vita nel gioco più reale di quella vera.... Chiaramente è ovvio che in tali casi... beh... il problema è sempre alla radice, però in effetti alcuni giochi che tendevano a portare ad una maggiore immedesimazione, come Vampiri, avevano una maggiore possibilità di generare persone con questo problema (mi ricordo un giovane che era entrato in negozio e per prima cosa aveva detto "lo sai? Io sono un vampiro..."e ci aveva fatto impazzire per alcuni giorni... per poi scomparire ).

Per tornare a discorsi più ameni, io personalmente consiglio di provare sistemi diversi e non fossilizzarsi su un unico gioco... il confronto di regole, ambientazione, potenzialità dei pg è sicuramente utile, ed alla fine si migliora in tutti...

Poi ovviamente ognuno ha il suo gioco preferito, ad esempio il mio e Call of Cthulhu...